MTM n°23
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 8 - Numero 2 - mag/set 2009
Medicina non convenzionale
 



Dott. Vincenzo Aloisantoni


Anno 8 - Numero 2
mag/set 2009

 

Si rivela innanzitutto un perfetto ormone antiinvecchiamento allungando la vita degli animali da laboratorio del 50% e conferendo ad essi un aspetto più giovanile. Nell’uomo è stata dimostrata una sua diretta azione a livello cerebrale




DHEA: La Fonte della Giovinezza
Nell'uomo è stata dimostrata una sua diretta azione a livello cerebrale nel regolare i recettori gabaergici e quindi aumentare il rilascio di acetilcolina e catecolamine; in tal modo vengono migliorate le capacità cognitiva e mnemonica, il senso del benessere, l'umore e l'autostima, allievando così molti sintomi delle sindromi depressive

del
Dott. Vincenzo Aloisantoni

Da alcuni anni i ricercatori di tutto il mondo stanno cercando di capire i meccanismi che regolano l’invecchiamento umano. Due teorie principali si sono affacciate per spiegare il fenomeno “anzianità”: la teoria dei Radicali Liberi e quella della Caduta Ormonale. Ambedue sono accomunate dal presupposto che i radicali liberi lesionano le ghiandole a secrezione interna diminuendo la produzione ormonale che, a sua volta, indebolisce le difese organiche che contrastano i radicali liberi.
Tra i vari ormoni che mantengono il benessere psicofisico durante la vita risalta il DHEA [deidroepiandrosterone].
Il DHEA è il più abbondante steroide nel nostro sangue. Inizia a comparire nel sangue in quantità significativa prima della pubertà [adrenarca], ha un picco massimo intorno al ventesimo anno di vita per poi declinare in maniera costante con l’avanzare dell’età fino a raggiungere valori, considerati oggi carenziali, intorno ai cinquanta anni [adrenopausa].
Il DHEA viene prodotto nel surrene, nel cervello, nella pelle e in altri tessuti a partire dal tanto bistrattato colesterolo [che invece è la materia prima per la costruzione di tutti gli ormoni steroidei]. Che cosa fà il DHEA? Sarebbe meglio chiedersi che cosa non faccia, infatti i ricercatori più esperti sull’argomento dicono che “fa tutto dovunque”. Si rivela innanzitutto un perfetto ormone antiinvecchiamento allungando la vita degli animali da laboratorio del 50% e conferendo ad essi un aspetto più giovanile. Nell’uomo è stata dimostrata una sua diretta azione a livello cerebrale nel regolare i recettori gabaergici e quindi aumentare il rilascio di acetilcolina e catecolamine; in tal modo vengono migliorate le capacità cognitiva e mnemonica, il senso del benessere, l’umore e l’autostima, allievando così molti sintomi delle sindromi depressive. A livello periferico si converte in progesterone, testosterone ed estrogeno a seconda delle necessità, aumentando in tal modo la sensibilità dei tessuti sia all’insulina che all’ormone della crescita [GH] e quindi producendo un potente effetto anabolico ed antiinvecchiamento.
Le conseguenze immediate nella pratica clinica sono state un conseguente miglioramento del trofismo cutaneo [attenuazione delle rughe del viso], un ridisegnamento del profilo corporeo con riduzione del grasso corporeo, in special modo quello addominale [il più pericoloso], ed un contemporaneo aumento della massa muscolare [anche in assenza di esercizio fisico]. La diagnosi di insufficienza di DHEA si può fare con una semplice analisi del sangue [il DHEA deve essere sempre sopra a 100 microgrammi per decilitro]; solo in presenza di una dimostrata deficienza di DHEA nel sangue associata a sintomi chiari di decadimento organico, si può iniziare una terapia con DHEA esogeno, sempre sotto la supervisione di un medico esperto; il DHEA si puo assumere per via orale al mattino [10 mg. per iniziare, aumentando gradualmente, fino a raggiungere la dose necessaria] oppure per via transdermale con crema al 5% [il mio collega a Dallas in USA, dott John Woodward m.d., sostiene che questa via di somministrazione assicura livelli ematici di DHEA più fisiologici, con migliori risultati clinici].
In realtà ogni somministrazione di un singolo ormone non risolve la causa della sua deficienza, ma ne cura solo il sintomo; sarebbe quindi meglio stimolarne la produzione attraverso la corretta alimentazione, il regolare esercizio fisico, e soprattutto attraverso le medicine non convenzionali quali l’agopuntura e l’omeopatia; queste ultime due infatti da sempre hanno l’obiettivo di ripristinare l’equilibrio ormonale stimolando la secrezione naturale degli ormoni secondo i ritmi biologici e riequilibrando il terreno citochinico che molto spesso è alla base di tale squilibrio [prof. Salvatore Bardaro]; è quindi a mio parere fondamentale valorizzare gli studi eseguiti dalla medicina antiinvecchiamento sulla deficienza da DHEA, al fine di migliorare la terapia integrando la somministrazione dell’ormone con una stimolazione della sua produzione fisiologica così da ottenere un più naturale risultato con sicuramente minori effetti collaterali.