DHEA: La Fonte della Giovinezza
Nell'uomo è stata dimostrata una sua diretta azione
a livello cerebrale nel regolare i recettori gabaergici
e quindi aumentare il rilascio di acetilcolina
e catecolamine; in tal modo vengono migliorate
le capacità cognitiva e mnemonica, il senso
del benessere, l'umore e l'autostima,
allievando così molti sintomi delle sindromi depressive
del Dott. Vincenzo Aloisantoni
Da alcuni anni i ricercatori di tutto il mondo
stanno cercando di capire i meccanismi che
regolano l’invecchiamento umano. Due teorie
principali si sono affacciate per spiegare
il fenomeno “anzianità”: la teoria dei Radicali
Liberi e quella della Caduta Ormonale. Ambedue
sono accomunate dal presupposto
che i radicali liberi lesionano le ghiandole a
secrezione interna diminuendo la produzione
ormonale che, a sua volta, indebolisce
le difese organiche che contrastano i radicali
liberi.
Tra i vari ormoni che mantengono il benessere
psicofisico durante la vita risalta il DHEA
[deidroepiandrosterone].
Il DHEA è il più abbondante steroide nel nostro
sangue. Inizia a comparire nel sangue
in quantità significativa prima della pubertà
[adrenarca], ha un picco massimo intorno
al ventesimo anno di vita per poi declinare
in maniera costante con l’avanzare
dell’età fino a raggiungere valori, considerati
oggi carenziali, intorno ai cinquanta anni
[adrenopausa].
Il DHEA viene prodotto nel surrene, nel cervello,
nella pelle e in altri tessuti a partire dal
tanto bistrattato colesterolo [che invece è la
materia prima per la costruzione di tutti gli
ormoni steroidei]. Che cosa fà il DHEA? Sarebbe
meglio chiedersi che cosa non faccia,
infatti i ricercatori più esperti sull’argomento
dicono che “fa tutto dovunque”. Si rivela innanzitutto un perfetto ormone antiinvecchiamento
allungando la vita degli animali
da laboratorio del 50% e conferendo ad essi
un aspetto più giovanile. Nell’uomo è stata
dimostrata una sua diretta azione a livello
cerebrale nel regolare i recettori gabaergici e
quindi aumentare il rilascio di acetilcolina e
catecolamine; in tal modo vengono migliorate
le capacità cognitiva e mnemonica, il
senso del benessere, l’umore e l’autostima,
allievando così molti sintomi delle sindromi
depressive. A livello periferico si converte in
progesterone, testosterone ed estrogeno a
seconda delle necessità, aumentando in tal
modo la sensibilità dei tessuti sia all’insulina
che all’ormone della crescita [GH] e quindi
producendo un potente effetto anabolico ed
antiinvecchiamento.
Le conseguenze immediate nella pratica clinica
sono state un conseguente miglioramento
del trofismo cutaneo [attenuazione
delle rughe del viso], un ridisegnamento del
profilo corporeo con riduzione del grasso
corporeo, in special modo quello addominale
[il più pericoloso], ed un contemporaneo
aumento della massa muscolare [anche
in assenza di esercizio fisico]. La diagnosi di
insufficienza di DHEA si può fare con una
semplice analisi del sangue [il DHEA deve essere
sempre sopra a 100 microgrammi per
decilitro]; solo in presenza di una dimostrata
deficienza di DHEA nel sangue associata a
sintomi chiari di decadimento organico, si
può iniziare una terapia con DHEA esogeno,
sempre sotto la supervisione di un medico
esperto; il DHEA si puo assumere per via orale
al mattino [10 mg. per iniziare, aumentando
gradualmente, fino a raggiungere la
dose necessaria] oppure per via transdermale
con crema al 5% [il mio collega a Dallas
in USA, dott John Woodward m.d., sostiene
che questa via di somministrazione
assicura livelli ematici di DHEA più fisiologici,
con migliori risultati clinici].
In realtà ogni somministrazione di un singolo
ormone non risolve la causa della sua deficienza, ma ne cura solo il sintomo; sarebbe
quindi meglio stimolarne la produzione
attraverso la corretta alimentazione, il
regolare esercizio fisico, e soprattutto attraverso
le medicine non convenzionali quali
l’agopuntura e l’omeopatia; queste ultime
due infatti da sempre hanno l’obiettivo di ripristinare
l’equilibrio ormonale stimolando
la secrezione naturale degli ormoni secondo
i ritmi biologici e riequilibrando il terreno citochinico
che molto spesso è alla base di tale
squilibrio [prof. Salvatore Bardaro]; è quindi
a mio parere fondamentale valorizzare gli
studi eseguiti dalla medicina antiinvecchiamento
sulla deficienza da DHEA, al fine di migliorare
la terapia integrando la somministrazione
dell’ormone con una stimolazione
della sua produzione fisiologica così da ottenere
un più naturale risultato con sicuramente
minori effetti collaterali. |